Marco Antonio Cavazzoni

Marco Antonio Cavazzoni (1485? – 1569?)

Organista e compositore rinascimentale, Marco Antonio Cavazzoni è ricordato per la sua raccolta “Recerchari Motetti Canzoni”, pubblicata a Venezia nel 1523; l’opera comprende quattro canzoni e due ricercari, ognuno dei quali è seguito da un mottetto (Salve Virgo, Stella maris); i ricercari assumono grande importanza storica essendo le prime composizioni strumentali per tastiera, autonome, slegate da un modello vocale, pubblicate in Italia. Anche suo figlio Girolamo è stato un importante compositore.
Marco Antonio Cavazzoni nasce a Bologna intorno al 1485; nulla si conosce in merito alla sua formazione, molto probabilmente avvenuta presso la cappella musicale di San Petronio. Le prime notizie sulla sua attività si desumono da un carteggio di Leonora Gonzaga, duchessa di Urbino, città dove Cavazzoni rimane almeno fino al 1512, quando si trasferisce a Venezia come contraltista presso la cappella di San Marco e organista a Santo Stefano. Trascorre il 1520 a Roma come clavicembalista al servizio di papa Leone X; occasionalmente è attivo come organista a Chioggia e a Treviso.
Il 28 giugno 1569 Marco Antonio Cavazzoni, da tempo ammalato, viene autorizzato a lasciare la cappella marciana, mantenendo lo stipendio, per recarsi a Brescia al fine di rimettersi in salute; questa è l’ultima volta che il suo nome figura nei registri della Procuratoria di San Marco.
Escludendo il manoscritto “Recercada de māca in bologna”, conservato nell’archivio parrocchiale di Castell’Arquato, la produzione musicale di Marco Antonio Cavazzoni è rappresentata unicamente dalla citata raccolta pubblicata a Venezia nel 1523. Questa, e le “Frottole intabulate da sonare organi” di Andrea Antico, sono le prime opere a stampa in Italia con forme strumentali autonome, non vincolate ai modelli vocali; da esse prende l’avvio la progressiva emancipazione della tecnica degli strumenti a tastiera.
La scrittura di Cavazzoni media la polifonia vocale con gli elementi tecnici che caratterizzano il nuovo mezzo espressivo, che sia organo o clavicembalo, traducendo il paradigma sonoro originale nella nuova veste strumentale.

“Plus ne regres”
Magdalena Baczewska, clavicembalo


Ricercare del II tono
Simone Stella, organo Domenico Di Lorenzo (1521) della chiesa SS. Annunziata a Firenze

“Madame vous aves mon cuor”
Lorenzo Antinori, organo Graziadio Antegnati della Basilica Palatina di Santa Barbara a Mantova

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