Fauré – Quartetto n. 2 per pianoforte e archi Op. 45

Gabriel Fauré – Quartetto in sol min. n. 2 per pianoforte e archi Op. 45

Composto tra il 1885 e il 1886, il Secondo Quartetto per pianoforte e archi di Gabriel Fauré si attesta tra le pagine più interessanti della sua produzione cameristica, sia per la raffinata costruzione, sia per la ricchezza delle idee melodiche; tuttavia, inspiegabilmente, non conosce la popolarità del Quartetto in do minore Opera 15.
Il brano, articolato in quattro movimenti, è incentrato sull’evoluzione di un motivo ben definito e riconoscibile, sempre presente in diverse trasformazioni.

I movimento – Allegro molto moderato
Il quartetto inizia con l’attacco del pianoforte subito seguito da violino, viola e violoncello che eseguono all’unisono una melodia appassionata. Gli archi, sostenuti dal pianoforte, si esprimono in una dimensione quasi sinfonica; gradatamente il ritmo rallenta, le pause del violoncello rendono la tessitura e le sonorità più evanescenti. Il primo tema è sottoposto a variazioni ritmiche, poi un nuovo motivo viene proposto dalla viola. Questa nuova idea, segnata da contrasti ritmici, conduce a un secondo motivo più tranquillo, derivato dal tema iniziale degli archi all’unisono. L’ampia e trasognata coda finale unisce e rielabora elementi del primo e del secondo motivo.

II movimento – Allegro molto
Sono riproposti, invertiti nell’ordine di presentazione e comunque variati, i due temi del primo movimento; l’atmosfera è particolarmente intensa e frenetica, sollecitata dal pianoforte con incessanti figurazioni ritmiche.

III movimento – Adagio ma non troppo
Movimento semplice e sereno in netta contrapposizione con il precedente. La dolce, ondulata, melodia che il pianoforte propone in apertura del movimento è ispirata al suono delle campane del villaggio di Cadirac che Fauré udiva spesso da bambino. Una delicata ed espressiva melodia della viola si alterna con quella del pianoforte in un cullante andamento di barcarola.

IV movimento – Allegro molto
Sono presenti elementi tematici dei movimenti precedenti, profondamente trasformati e resi ritmicamente più incisivi.
Sulle agili figurazioni del pianoforte gli archi eseguono un vigoroso motivo, gli strumenti ora si alternano, ora suonano in forti unisoni. Un crescendo elettrizzante, derivato da una nuova rideterminazione del secondo tema, caratterizza l’imponente conclusione.

Nikita Boriso-Glebsky, violino
Hannah Shaw, viola
Hanna Dahlkvist, violoncello
Maria Belooussova, pianoforte

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