Bach – Cantata “Ach Gott, wie manches Herzeleid” BWV 3

Bach – Cantata “Ach Gott, wie manches Herzeleid” BWV 3

La Cantata Ach Gott, wie manches Herzeleid BWV 3 (Ah, Dio, quanto dolore), composta alla fine del 1724 ed eseguita il 14 gennaio 1725, seconda domenica dopo l’Epifania, appartiene al secondo ciclo annuale di cantate composte a Lipsia e basate su inni luterani. Il testo della cantata non è direttamente collegato con le letture del giorno (Lettera ai Romani 12:6–16, Vangelo di Giovanni: Le nozze di Cana), ma è tratto dall’inno Ach Gott, wie manches Herzeleid di Martin Moller (1587), che è una parafrasi dell’inno medievale Jesu dulcis memoria attribuito a Bernardo di Chiaravalle. Si tratta sostanzialmente di una meditazione su Gesù consolatore e soccorritore nelle difficoltà, nel patimento.

Lo sconosciuto librettista mantiene le parole delle strofe 1, 2 e 18 nel primo, nel secondo e nell’ultimo movimento; tuttavia, il testo del secondo movimento è ampliato con estratti dalle strofe 3 e 5. Il testo dei movimenti terzo, quarto e quinto è costituito da estratti e da parafrasi delle strofe 6, 7, 14, 15 e 16. Anche Bach, come l’ignoto librettista, mantiene la melodia del corale in tre movimenti. E’ impostata come fantasia nel coro d’apertura, con il basso che esegue il “cantus firmus”; è organizzata in quattro parti nel secondo movimento e nel corale conclusivo. Le parti vocali sono per quattro solisti (SATB) e coro, l’organico strumentale prevede due oboi d’amore, archi, basso continuo, un trombone di supporto al basso nel primo movimento e un corno di supporto al soprano nell’ultimo movimento.

I. Coro: Ach Gott, wie manches Herzeleid
Nel coro d’apertura il basso esegue il “cantus firmus” raddoppiato dal trombone. Il carattere lamentoso è determinato da un motivo di sei note discendenti ripetuto all’inizio, ad ogni ingresso vocale e in chiusura. La melodia degli oboi d’amore è rispecchiata dalle voci alte del coro.

II. Recitativo e Corale: Wie schwerlich lässt sich Fleisch und Blut (Coro, SATB, continuo)
Il ritornello del continuo, derivato dalla melodia dell’inno, introduce le riflessioni dei quattro solisti; l’ultimo episodio, per il basso, richiama il messaggio natalizio ma allude anche alla Passione.

III. Aria: Empfind ich Höllenangst und Pein (basso, continuo)
L’ambientazione evoca la paura e il tormento dell’Inferno; il nome di Gesù li fa scomparire in una leggera nebbia (leichten Nebel).

IV. Recitativo: Es mag mir Leib und Geist verschmachten (tenore, continuo)
Riafferma la fiducia in Gesù per superare la disperazione.

V. Aria: Wenn Sorgen auf mich dringen (Duetto SA, oboi d’amore, violino, continuo)
Le voci interagiscono in una densa struttura in quattro parti, con oboi e violino che suonano all’unisono; ampie colorature sulle parole dringen e singen.

VI. Corale: Erhalt mein Herz im Glauben rein
Il corale conclusivo esprime l’anelito dell’anima al ricongiungimento con il Salvatore; il corno raddoppia la parte del soprano.

Testo con traduzione in italiano https://www.bach-cantatas.com/Texts/BWV3-Ita2.htm

Orchestra e Coro J.S. Bach Foundation, Rudolf Lutz
Gerlinde Sämann, soprano
Jan Börner, alto
Christian Rathgeber, tenore
Wolf Matthias Friedrich, basso

*** Il video non può essere incorporato, guarda su YouTube ***

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