Francesco Corteccia


Francesco Corteccia (1502 – 1571)

Francesco Corteccia, importante musicista fiorentino sotto il regno di Cosimo I de’ Medici, è probabilmente il primo italiano a dare una veste polifonica ad una “Passione”. La “Passio secundum Johannem” da lui composta nel 1527 assume anche un valore emblematico in considerazione dei tristi avvenimenti di quell’anno: i tumulti antimedicei e la devastante epidemia di peste protrattasi per diversi mesi. L’attività compositiva di questo autore, per lungo tempo sottovalutata, torna alla ribalta grazie all’intensa attività di studio e di ricerca svolta dal musicologo Mario Fabbri, dell’Università di Firenze, scomparso il 12 giugno di trent’anni fa.

Francesco Corteccia, di umile famiglia, viene avviato al sacerdozio dai genitori; si forma musicalmente sotto la guida di Bernardo Pisano e di Bartolomeo degli Organi. Nel 1527, dopo l’ordinazione sacerdotale, è nominato cappellano presso la chiesa di San Giovanni Battista e, nel 1531, presso la Basilica di San Lorenzo, chiesa della Corte Medicea. Nel 1539, incaricato della composizione di musiche per festeggiare le nozze del duca Cosimo I con Eleonora di Toledo, scrive il mottetto a otto voci “Ingredere”, alcuni madrigali e sei intermedi per la commedia “Il commodo” di Antonio Landi; si guadagna, così, la nomina a musicista di corte e maestro di cappella del duca. Nel corso degli anni la sua produzione musicale si adegua alle richieste della corte, tuttavia, nel contempo, continua ad esercitare il suo ministero sacerdotale e a comporre musica sacra.
Nell’ambito della sua produzione musicale, spiccano per varietà di colori e tipologia le composizioni per gli spettacoli del 1539: sono presenti brani solistici con accompagnamento di strumenti, canzonette a sei voci, brani, come il canto di Sileno, di semplice declamazione con accompagnamento di violone.
I madrigali sono spesso encomiastici, con continui riferimenti ai simboli medicei, quasi tutti semplici ed omofonici; peraltro, alcuni sono più elaborati e denotano la volontà di una maggiore adesione al significato del testo letterario.
Un cenno particolare riguarda la “Passio secundum Johannem” nella quale gli interventi del popolo, dei soldati e dei grandi sacerdoti, affidati al coro virile a quattro voci, sono in latino, mentre la narrazione evangelica, affidata allo storico recitante, è nella “lingua fiorentina”, affinché sia immediatamente compresa da tutti. Da notare che il racconto della Passione di Cristo si interrompe nei momenti più cruciali; in queste pause vengono eseguiti responsori tratti dalle profezie e dalle lamentazioni che, secondo le intenzioni di Corteccia, costituiscono momenti di devota meditazione. Sono inserimenti polifonici di grande bellezza, pagine di profonda interiorità che segnano l’intera opera, come il toccante “Tristis est anima mea”, il drammatico “Caligaverunt oculi mei” e il “Tenebrae factae sunt”, vero capolavoro nel genere mottettistico.

Le Syrene (Intermedi)
Centre de Musique Ancienne di Ginevra

Le Ninphe cacciatrici (Intermedi)
Centre de Musique Ancienne di Ginevra

Responsori per la Settimana Santa
(Tristis est anima mea – Amicus meus – Tenebrae factae sunt – Caligaverunt oculi mei)
I Cantori di Lorenzo

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