Gioacchino Rossini – Sei sonate a quattro

Gioacchino Rossini – Sei sonate a quattro

Questa raccolta di sei sonate per due violini, violoncello e contrabbasso, opera giovanile di un Rossini appena dodicenne, è il frutto della richiesta di musica da camera formulata dal giovane Agostino Triossi, provetto contrabbassista, la cui famiglia, a Ravenna nell’estate del 1804, ospitava il compositore pesarese.
Oggi, queste sonate spesso le ascoltiamo eseguite anche in trascrizioni per piccola orchestra d’archi, tuttavia la snella partitura originale consente di apprezzare al meglio il dialogo tra gli strumenti.
Tutte e sei le sonate presentano la medesima struttura tripartita: tempo iniziale e finale abbastanza veloci, tempo intermedio moderato; i movimenti iniziali sono solitamente di durata più lunga rispetto agli altri.
La scrittura non segue lo schema tradizionale basato sul contrasto temi-tonalità, piuttosto procede con una semplice successione di idee melodiche, immediate e vivaci. Il perno su cui vertono queste sonate può essere considerato complessivamente un susseguirsi cantabile di idee melodiche in forma ternaria, senza la cura tipica delle scuole tedesche che si fondavano per tradizione sul contrasto tema-tonalità.
Fra tutte le sonate, la sesta, segnatamente per l’ultimo movimento, è quella più significativa per la sperimentazione di quell’uso particolare del “temporale”, che poi spesso Rossini utilizzerà nelle opere successive e che caratterizza il suo stile.

Sonata n. 6 in re magg.
ARSO Ensemble:
Robert Nasciszewski, violino
Orest Telwach, violino
Anna Nasciszewska, violoncello
Slawomir Ujek, contrabbasso
I – Allegro spiritoso

II – Andante assai

III – Tempesta (Allegro)

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