Giuseppe Gazzaniga

Giuseppe Gazzaniga (1743 – 1818)

Prolifico compositore veronese di ascendenza napoletana, maestro di Cappella nella Cattedrale di Crema per 27 anni, ai suoi tempi molto apprezzato a Vienna, Berlino e alla corte del principe Esterházy, Giuseppe Gazzaniga oggi è pressoché dimenticato. La sua opera più importante, “Don Giovanni Tenorio o sia Il convitato di pietra”, libretto di Giovanni Bertati, rappresentata a Venezia nel mese di maggio 1787, è di poco antecedente al Don Giovanni di Mozart. Lorenzo da Ponte lo ricorda nelle sue Memorie come “musicista di qualche merito ma di uno stile non più moderno”.
Destinato alla carriera ecclesiastica, Giuseppe Gazzaniga studia musica di nascosto dal padre, dedicandosi ad essa definitivamente soltanto dopo la sua morte. Allievo di Nicola Porpora a Venezia, continua gli studi al Conservatorio di Sant’Onofrio a Porta Capuana di Napoli con Carlo Cotumacci, Joseph Doll, e con Niccolò Piccinni dal 1767 al 1770.
Nel 1768 debutta al Teatro Nuovo di Napoli con l’intermezzo “Il barone di Trocchia” che riscuote un discreto successo. La sua carriera trova ampi consensi con le opere “Ezio”, “L’isola di Calipso”, “Perseo e Andromeda”, rappresentate a Venezia, Firenze e Roma. Gazzaniga si cimenta con fortuna anche nell’opera buffa; si ricordano in particolare “Zon-zon, principe di Kibin-kin-ka”, libretto di Giovanni Bertati, andata in scena al Teatro Ducale di Milano nel 1773, e “La dama soldato”, presentata a Vienna nel 1774.
Un vero trionfo si rivela l’opera “La vendemmia”, libretto di Bertati, rappresentata al Teatro della Pergola di Firenze il 12 maggio 1778 e successivamente replicata nelle maggiori città europee. Nel 1786, al teatro di corte di Vienna, presenta “Il finto cieco”, testi di Lorenzo da Ponte, che, tuttavia, suscita tiepidi entusiasmi.
Per qualche tempo Giuseppe Gazzaniga risiede presso le corti di Monaco e Dresda; rientrato in Italia, assume l’incarico di maestro di Cappella del Duomo di Urbino, poi, nel 1791, della cattedrale di Crema, incarico che terrà per il resto della sua vita.
L’attività teatrale di Gazzanica si chiude nel 1807 con l’opera “I due gemelli” rappresentata a Bologna; questo lavoro era apparso a Milano nel 1801 con il titolo “Il marito migliore”, ma dopo poche repliche era stato censurato per sospette allusioni satiriche nei confronti della Francia.
Negli ultimi anni di vita Giuseppe Gazzanica si dedica particolarmente alla musica sacra; in queste composizioni, molto interessanti per ispirazione e cura dei dettagli, sono presenti caratteri legati allo stile teatrale. La maggior parte di questi lavori sono conservati in manoscritto presso la Biblioteca della Chiesa di San Giorgio in Braida di Verona e nel Civico Museo Bibliografico Musicale “G.B. Martini” di Bologna.

Don Giovanni: Aria del Catalogo
Alfredo García, baritono (Pasquariello)
María Rodríguez, soprano (Donna Elvira)
Real Orquesta Sinfónica de Sevilla, Pablo González

Aria di Bernardino “La mia madre poveretta” (da Giannina e Bernardone)
Emanuele Di Muro, baritono
Orchestra Barocca della Mitteleuropa, dir. Pàl Németh

Stabat Mater
00:02 I. Stabat Mater (Chorus, Soprano, Tenor)
07:38 II. O quam tristis – Quae moerebat – Quis est homo – Quis non posset – Pro peccatis (Alto)
12:50 III. Fac ut ardeat – Sancta Mater – Tui nati (Soprano)
20:03 IV. Fac me tecum (Chorus)
22:15 V. Iuxta crucem – Virgo virginum (Tenor)
25:13 VI. Fac me cruce (Bass)
28:27 VII. Quando corpus morietur (Soprano, Alto, Tenor, Bass, Chorus)
Lucia Viviani, soprano
Maria Teresa Toso, contralto
Giuseppe Chiarini, tenore
Mario Scardoni, basso
Cappella Musicale della Cattedrale di Verona, dir. Alberto Turco

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