Haydn – Quartetto per archi Op. 33 n. 2 “Lo Scherzo”

Franz Joseph Haydn – Quartetto per archi in mi bemolle maggiore Op. 33 n. 2 “Lo Scherzo

I sei quartetti per archi dell’Opera 33, composti da Haydn tra l’estate e l’autunno del 1781 per l’editore viennese Astaria, sono generalmente conosciuti come “Quartetti russi” perché dedicati al granduca Paolo di Russia; tuttavia godono di un altro soprannome, “Gli Scherzi”, probabilmente perché questo è il primo gruppo di quartetti in cui Haydn sostituisce il tradizionale Minuetto con lo Scherzo, movimento più giocoso e spensierato. Ancora più appropriato è il soprannome dato al secondo quartetto, in cui il movimento finale costituisce proprio una burla nei confronti dell’ascoltore: quando il frizzante rondò conclusivo sembra terminato, riappare con pause la frase d’apertura. Sembra che Haydn abbia scritto questo finale per vincere una scommessa sostenendo che “le donne inizieranno sempre a parlare prima che la musica si fermi“.

Il Quartetto Op. 33 n. 2 si articola nei seguenti quattro movimenti: Allegro moderato; Scherzo: Allegro; Largo; Presto.

Il movimento iniziale, Allegro moderato, mette in evidenza il “modo nuovo” di Haydn di elaborare immediatamente i temi; le prime cinque battute contengono tutto il materiale tematico che, frammentato, viene manipolato e ricombinato in modi diversi, creando i contrasti che caratterizzano la forma sonata. Ricche elaborazioni del motivo iniziale chiudono il movimento.
Lo Scherzo è musica brillante, allegra, con una sezione Trio a contrasto. Ricorda la “Schuhplattler”, vigorosa danza tradizionale bavarese e tirolese per soli uomini; i pesanti accordi ripetuti evocano il battito dei piedi.
Il terzo movimento, Largo, inizia con un solenne duetto viola, violoncello; i due violini ripetono la melodia sugli interventi discontinui del violoncello. Sia pure interrotta da ampollose esplosioni, questa dolce melodia riappare sempre più arricchita nella trama, prima in trio col secondo violino, poi nella piena sonorità del quartetto.
Il movimento finale, Presto, è un articolato rondò dal ritornello facilmente riconoscibile tra i vari episodi a contrasto; il tema principale è veloce e gioioso. La conclusione presenta pause esitanti, come se gli artisti non sono certi di aver raggiunto la fine del quartetto.

Ariel Quartet:
Gershon Gerchikov e Alexandra Kazovsky, violini
Jan Grüning, viola
Amit Even-Tov, violoncello

I. Allegro moderato
II. Scherzo: Allegro (05:33)
III. Largo (09:05)
IV. Presto (13:55)

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