Rachmaninov – La Roccia

Sergej Rachmaninov – La Roccia Op. 7, fantasia sinfonica

La Roccia (Utyos), Opera 7 di Sergej Rachmaninov, è una fantasia per orchestra composta nell’estate del 1893, a vent’anni d’età; l’opera è dedicata a Nikolaj Rimskij-Korsakov e mostra chiaramente l’influenza del maestro, di Ciajkovskij e di Borodin. La composizione, pur essendo un lavoro giovanile, lascia intravedere le qualità per le quali Rachmaninov sarebbe poi diventato famoso.

La fantasia sinfonica, eseguita per la prima volta il 20 marzo 1894 a Mosca con l’Orchestra della Società Musicale diretta da Vasilij Safonov, è sviluppata secondo quella tecnica di variazione tipicamente russa che prevede l’iterazione della melodia con passaggi tra i diversi gruppi orchestrali. Sempre nel 1893, Rachmaninov ne fa una trascrizione per pianoforte a quattro mani.

Il titolo della composizione deriva dai versi di una poesia di Michail Lermontov stampati nella partitura: “La nuvola d’oro dormiva tutta la notte sul petto della roccia gigante”. L’opera, tuttavia, ha un programma musicale che si ispira al racconto di Anton Cechov “Sosta durante un viaggio”; qui si narra di una giovane donna che, fermatasi in una locanda la notte di Natale mentre infuria una tempesta di neve, incontra un uomo anziano. Il vecchio racconta la storia della sua vita, le sue conquiste e i suoi errori.
La Roccia si basa su tre motivi principali: il tema dell’uomo sostenuto da violoncelli e contrabbassi, il tema della giovane donna, affidato al flauto, e un tema ripetuto dei fiati che raffigura “gli sforzi intensi ma frustrati della vita dell’uomo”. Il brano è aperto dal tema dell’uomo, segue la melodia dolce e delicata del flauto. La triste atmosfera è picchiettata da episodi appassionati, pause, e squarci violenti che determinano un senso di instabilità; il motivo ripetuto simboleggia la vita travagliata dell’uomo. Dopo un potente climax, il brano termina misteriosamente tra i sommessi colpi di timpano: la giovane, pur impietosita, riparte e il vecchio rimane solo.

Orchestre de Paris, dir. Stanislav Kochanovsky

Pianoforte a quattro mani: Katia Krivokochenko, François Gassion

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